"Chi Sono"

Qualche informazione su di me...

Salve mi chiamo Luca Pezzano e sono uno psicologo che lavora online. Se sei qua e stai leggendo immagino che tu sia una persona curiosa… Molto bene! Abbiamo una cosa in comune. Ed è proprio la curiosità che mi spinge a farmi un sacco di domande. Una di queste potrebbe interessare anche a te… 

Ti sei mai chiesta/o perché hai scelto il tuo lavoro? La scuola che fai? Lo sport che pratichi? La risposta a questa domanda credo sia molto importante… Intendo dire che il motivo per cui facciamo una cosa è il vero motore della soddisfazione che proviamo nel farla. Cambiamo lavoro se il motivo per cui lo abbiamo scelto non sussiste più, continuiamo la scuola se sentiamo che quel motivo, al contrario, è sempre vivo e presente; compriamo un nuovo paio di scarpe, una palla, una racchetta o una divisa nuova se la ragione per cui abbiamo scelto il nostro sport ci anima e ci spinge a migliorarci. 

Pensavo a questo qualche giorno fa, non ci avevo mai pensato e la risposta che hai appena letto è quella che mi sono dato. In quel momento ho pensato: “Che sorpresa!”.

Continuando a interrogarmi, mi sono quindi chiesto: “Perché ho scelto di fare lo psicologo?” Ecco la mia risposta: fin da quando ero piccolo ero solito passare un giorno alla settimana dai miei nonni, pranzavo con loro, passavo il pomeriggio con loro, cenavamo e subito dopo sceglievamo un film da guardare. I film che più mi commuovevano e mi coinvolgevano erano sempre “storie di riscatto”. Nuovo Cinema Paradiso, Il miglio verde, Le ali della libertà, queste sono “storie di riscatto”. Da un’iniziale situazione difficile il protagonista, che aveva sempre una guida, riusciva a riscattarsi! Ho pensato: “Che sorpresa! Ho scelto di fare lo psicologo perché voglio accompagnare persone in storie di riscatto, come Alfredo nel film di Tornatore”. 

Inoltre in tutta questa storia c’è una strana coincidenza: una sorta di ricircolo buffo. Quei pomeriggi passati insieme ai miei nonni, il loro affetto, quei film, il loro contenuto sono stati la mia “storia di riscatto”. Attraverso questa esperienza ho capito che la mia famiglia di origine era solo una finestra sul mondo e che ne esistevano altre di finestre. Il mondo era un showroom di finestre! E io volevo quella più adatta a me, per poi essere pronto a consigliarla ad altri. 

Qualche informazione sulla mia formazione...

La prima e fondamentale esposizione di finestre a cui ho partecipato quando ormai ero grande è l’Università. Un mondo complesso e affascinante. La psicologia infatti è come la Politica: è composta da una serie di indirizzi, di modi di operare, idee della mente e le spiegazioni alle difficoltà delle persone sono molteplici e variegate. Ognuno di noi simpatizzava per una di queste scuole e io, pur non trascurandone alcuna, ho scelto la psicoanalisi. Durante gli anni universitari ho allora, contemporaneamente agli studi, intrapreso un percorso di analisi classica a 3 sedute a settimana della durata di 9 anni. Alla fine del percorso, “l’analisi della mia analisi” mi ha portato a selezionare alcuni interventi e alcune tecniche, sperimentate nell’esperienza appena trascorsa, che erano stati promotrici di sviluppo e di crescita per me e altre invece che costituivano solo caratteristiche di quella finestra, ma non della mia.

Finita l’Università e passato lo scoglio dell’esame di stato mi sono iscritto alla scuola di psicoterapia. Iniziando a lavorare con i pazienti però mi sono reso conto della necessità di un approccio alla mente più essenziale. Ho ripreso in mano libri di altre “aree politiche” della psicologia, partecipato a corsi e seminari, in cerca di quel che mi serviva. 

A questo punto è intervenuto un meraviglioso inconveniente nella mia vita: mia moglie! Ho raggiunto lei nel paese dove abitava e adesso viviamo all’estero da qualche anno. Quindi appena ripensato il mio modo di lavorare mi sono trovato a doverne ripensare anche la modalità. Da quando sono fuori infatti il mio lavoro si svolge solamente online. 

Ad oggi e da qualche anno ormai posso dire di aver trovato la mia “finestra lavorativa sul mondo”. Le persone che incontro nel mio studio digitale dicono che funziona. Ma forse il merito delle loro trasformazioni è in piccola parte mio e in gran parte loro. Io sono solo un catalizzatore… Loro sono la reazione chimica.

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